Nefastis

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“Hac causa vulgus fastos dixit”nefastum”pro”infausto”vel”atro”.Non enim omnes dies nefasti erant atri:velut dies fasti erant nefasti,non tamen infaust!”

Nell’Antica Roma, v’erano i giorni in cui la repubblica consentiva ai magistrati di trattare col popolo e ai pretori amministrare la giustizia: questo a seconda dei giorni se erano fasti, infausti e persino oscuri,
nei giorni nefasti non era lecito… diebus nefastis non licebat… [rif. Sistema Latino]
Si presagiva che quando si vedeva il colore bianco, gli eventi erano fortunati (fasti), al contrario si diceva infausti (o oscuri).
Per una casualità, o ignoranza, il popolo dice nefasto al posto di infausto, quindi, anche tutti i giorni infausti erano oscuri: così ad esempio i giorni fausti erano nefasti, e non tuttavia infausti!

Allternativi…
questa introduzione, era dovuta per presentarvi gli ospiti odierni. Torniamo a parlare di Metal e lo facciamo con i NEFASTIS

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Il progetto Nefastis nasce nel 2008, a Milano, da Simone Colombo (Vox/Guitars) e Andrea Lenzi (Guitars). Da qui i primi innesti al basso e batteria e nel 2010 il primo demo Dirty Sound, di tre brani, che vale alla band un contratto di booking e management con la nota Eagle Booking Live Promotion.

Inizia così la stesura del primo full lenght, ma proprio nel bel mezzo del cammin… (citandola alla Dante) anche i Nefastis sperimentano i “cambi di formazione” e i danni che ne conseguono. Quindi, tornati alle origini, Simone e Andrea si rimboccano le maniche decidendo di produrre e ultimare tutto il debut album in formazione a due soltanto, impegnandosi anche nelle vesti di produttori. Un lavoro pesante che vede un tempo di gestazione durato tutto il 2012. Ma questa lunga gestazione, porta maggior consigli e maturazione professionale tanto da raccogliere i fatidici “frutti maturati”.

“De Diebus Fastis Nefastis Infaustis” viene alla luce nel 2014, mixato e masterizzato presso i 16th Cellar Studio di Roma, ad opera di Stefano Morabito (Fleshgod Apocalypse, Eyeconoclast, Hour of Penance, Bloodshot Dawn, Agony Face).

 

“De Diebus Fastis Nefastis Infaustis”

Allora cominciamo…
Primo pezzo… Black and Demons… i ragazzi si presentano e ci fanno capire in tre minuti che cosa aspettarci; gia’ dal titolo si capisce… atmosfere oscure… eh si’!
Dopo un intro siffatto, si parte con UNDER MY SCARS. il Tiro si alza..a tratti mi sovvengono i primi Blin Guardian quelli di BATTALIONS OF FEAR per intenderci… GOOD!!! che cosa aspettarci dai pezzi successivi? la risposta arriva subito con Napalm Asphalt And Violence il pezzo si presenta più variegato rispetto al precedente con più cambi di tempo (secondo me chi l’ha scritta ha amato il nostro compianto Chuck Shuldiner). Molto buono il lavoro di chitarra! e poi? tambo timbolo tembolo ecco a Voi il Clavicembalo e siamo alla traccia n.4 che tra cori goticheggianti ci porta alle atmosfere suggerite dal FREDDO VENTO (Cold Wind) che soffia… e, secondo me, tra le note del vento soffiava anche qualche riferimento Maideniano come la successiva GRAVE OF ICE (che al sottoscritto non dispiace per nulla..anzi ).
Stream Of Consciousness ci fa capire (anche se lo si era capito da subito) che i ragazzi sanno suonare..ed arriviamo a First Fear che non delude le aspettative (soprattutto la scelta di usare accordi di terza per le strofe.. me gusta!) –
LE OMBRE DEL MATTINO (Morning Shadows) ci portano fino a Synthetic Plague qui si picchia duro come nella successiva Fucked By Alcohol… poi quando meno te lo aspetti chiudiamo questo viaggio piano… nel senso che l’ultimo pezzo e’ una chicca al pianoforte che ci fa capire anche la versatilità di questi ragazzi.
Bravi Nefastis!

Note Positive : il disco non annoia per nulla..va via liscio e si fa ascoltare e riascoltare con piacere.

Note negative : se proprio dobbiamo contare i peli del culo alla gente, sono puramente personali… io avrei armonizzato di piu’ le chitarre… credo che (da musicista) la cosa sia voluta dai Nefatis per poter eseguire in maniera piu’ fedele possibile i pezzi durante i LIVE.

Nel complesso devo dire che ho apprezzato il lavoro; premetto che non conoscevo i Nefastis fino a 7 giorni fa e questo lavoro mi ha spinto a cercare altro materiale del gruppo..se questo e’ successo a me, penso che possa succedere anche ad altri ascoltatori… Bel Lavoro.

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Qualche domanda ad Andrea…

    • Dal primo Demo del 2010 (tre tracce) nasce l’importante collaborazione con la Eagle Booking Live Promotion. Com’è avvenuto l’incontro?

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    Ahaha vuoi sapere come è andata veramente? Nella maniera più semplice del mondo… Condividevamo la sala prove con una band del roster dell’EagleBooking , gli Agony Face e gli abbiamo chiesto di organizzarci un incontro… Dopodiché loro per renderci il favore ci hanno rubato il bassista.. Così eravamo uno pari ehehe

    • Da qui, la realizzazione del vostro album di debutto. Ma non è stata una vera e propria passeggiata visto che siete rimasti in due soltanto a gestire il full-lenght dal 2012 al 2014, l’anno della sua uscita…

    Certo infatti. Come dicevo prima il bassista era entrato in pianta stabile negli Agony Face abbandonando il progetto, ha registrato le parti di basso come session, e diciamo è stato meglio così altrimenti avrei dovuto occuparmi io delle parti di basso il che sarebbe stato un carico maggiore. Il batterista se ne andò da li a poco la dipartita del bassista lasciando qualche linea di drum programming già fatta e altro materiale da perfezionare e comporre da zero… Quindi in due ci siamo trovati a gestire la registrazione e gli arrangiamenti ritmici e quelli orchestrali. E’ stata dura devo dire ma ne sono molto soddisfatto. Ora abbiamo una esperienza tale per avere un controllo maggiore sulla composizione e il progetto ha preso una direzione più centralizzata. Ora abbiamo veramente il controllo su quello che è la musica e credo col prossimo album la cosa sarà parecchio evidente.

    • Nella prefazione, abbiamo citato una frase latina che è anche il titolo del Vs album, ovvero “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis” e all’intero c’è anche il nome della vostra band… hai fatto il Classico o ti/vi piace l’antica storia/letteratura?

    Si  devo dire che quella parte di storia latina mi aveva colpito molto ai tempi delle superiori anche se non ho fatto il classico, ho fatto lo scientifico. Credo che sia rimasta incastonata nella mia testa fino al momento in cui ho scelto il titolo del disco. E’ venuto fuori spontaneo. Di solito sono io che mi occupo maggiormente della parte lirica e del concept degli album mentre la musica è un 50% con Simone Colombo (cantante e chitarrista e cofondatore).

    Mi piaceva inoltre che ci fosse la ripetizione del nome della band nel titolo del debut. Rafforza il moniker a mio avviso. C’è poi un altro senso al tutto… Essere Nefastis vuol dire essere se stessi al di fuori della impossibilità di esserlo. E qui il riferimento ai giorni Nefasti del calendario latino dove i magistrati non potevano esercitare le cariche pubbliche. Diciamo che traslato io lo  intendo come i giorni o i periodi della vita dove si perde la bussola e non si sa più chi si è e quindi risulta impossibile essere se stessi quando non si sa chi o che cosa si è. MI rendo conto che è un po’ cerebrale ma il concept del disco si basa appunto su questo … Un viaggio (per me anche autobiografico) attraverso le stagioni della vita e quindi i giorni Fausti Nefasti e Infausti.

     

    • Abbiamo gustato i filler Last Days of Autumn unita a Cold Wind. I cori e l’uso del Clavicembalo. Un omaggio all’epoca barocca? 

    Più che un omaggio è stata una scelta di circostanza. Avevamo bisogno delle tracce strumentali, che più che filler sono delle intro e che ascoltate tutte assieme costituiscono una suite, per fare immergere l’ascoltatore in un’atmosfera invernale e gelida prima dell’attacco della successiva Grave Of Ice, della quale tra l’altro abbiamo girato anche un videoclip e che è tra i brani meglio riusciti di questo album a mio avviso.

    • e la “chicca” Facing New Demons.. . “Piano assolo”.  Chi è l’autore?

    Questa invece si tratta della reinterpretazione pianistica della prima traccia Black and Demons, è una vera bomba!

    Gli autori siamo Io, SImone Colombo, Matteo Gullì (ex bassista storico) e Jacopo Hacken. 

    Jacopo Hacken è un mio caro amico di vecchia data al quale ho affidato il compito del riarrangiamento della prima traccia del disco per dare un senso di circolarità al concept. Gli ho dato carta bianca. E questo è stato l’ottimo risultato! Oltre a riarrangiare il tutto ha anche suonato il piano ovviamente. La cosa bella è stata che si è presentato direttamente con la traccia registrata, paradossalmente essendo tra i brani più complessi è stato il meno stressante per la fase di registrazione.

    ————————————————pic by Alessandro Argante© Photo Credit Alessandro Argante

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    • Indi, molta tecnica che non vi relega a “semplici” Thrasher ma ad un gradino differente visto gli arrangiamenti non sempre di natura metal

    Ti ringrazio! Grazie davvero! Il disco ha spaccato la critica in due letteralmente c’è chi lo ha apprezzato molto e chi invece non comprendendone la natura ibrida lo ha stroncato in pieno.

    No non mi reputo un Thrasher, per niente.  Una componente thrash nella nostra musica è presente e su questo non si discute, ma ne è presente allo stesso tempo una death melodico e una orchestrale e non metal. Musica acustica, pianistica, musica da colonne sonore… Insomma tutto dovrebbe essere funzionale, nella mia opinione,  alla creazione di un’emozione. E se questa emozione non è metal non la creiamo con la doppia cassa e le ritmiche infuocate…

    • Chi scrive prevalentemente i testi?

    Io! All’inizio c’era il problema del cantante… Non ne trovavamo uno neanche a pagarlo… E così si era fatto avanti Simon, poi c’è stato il problema dei testi e li è toccato a me… Scherzi a parte mi trovo benissimo a scrivere i testi. Compongo una canzone in base all’emozione che voglio rendere, generalmente parto dal titolo, mi immagino un colore e a seconda di quel colore compongo… Se voglio dare una idea di gelo di solito mi immagino il blu scuro per dare un idea.. A quel punto quando ho le strofe e i ritornelli so già cosa voglio rendere coi testi e vengono fuori spontaneamente. Abbozzarli è velocissimo. Rifinirli leggermente più lungo, ma rimane una parte molto piacevole e affascinante del comporre.

     

    • Altra nota positiva va a Under The Scars perché le sue note iniziali ci ricordano la bella  “Caffeine” dei Faith No More

    Sinceramente non avevo mai ascoltato questo brano prima di adesso.. Beh che dire bene così! Fortunatamente il riff non è uguale è solo ritmicamente simile…

    • De Diebus Fastis Nefastis Infaustis non è solo l’album di debutto ma è anche l’ambizioso progetto di un elaborato Concept composto, in toto, da ben 4 atti Una vera sfida?

    Si è un concept composto da 4 atti. Diciamo che l’uso delle strumentali ha la funzione di trascinare l’ascoltatore dentro questo viaggio interiore e rendere il giusto contrasto tra la parte più metal e quella non metal più musicale. La struttura è questa: War, Winter, Dream, Revenge.

    War è la parte più metal di tutto il disco violenta e in your face.  E’ la parte  dove  si racconta la guerra interiore dell’individuo.

    Winter è secondo me la parte migliore del disco. Quella dove il metal si fonde in una suite composta da tre parti e molto emotiva e evocativa. E’ la parte della solitudine, dell’inverno e del silenzio interiore che si deposita sulla nostra anima fino a lacerarla.

    Dream è la parte notturna. Quella dove l’individuo affronta il flusso dei sogni e  l’emozioni dell’inconscio. E’ ibrida anche questa parte sono due strumentali e una cantata. Anche questa parte mi pace molto per dare un mio parere personale.

    Revenge è la parte conclusiva, violentissima fino al rilascio finale del brano strumentale di pianoforte. Racchiude di sicuro il pezzo più thrash del disco dove tra le altre cose canto anche io alternandomi a Simon sulle strofe. Per questo brano (Fucked by Alcohol) abbiamo deciso di cantare col distorsore sulla voce una scelta stilistica per rendere ancora più violento e distorto un pezzo già di per se tiratissimo.

    Da punto lirico questo atto tratta del desiderio di rivincita. E’ la parte conclusiva del viaggio dove l’individuo arriva alla fine del viaggio cercando vendetta per se stesso e un avvenire migliore, affrontando però, nuovi demoni. E così si ricollega Facing New Demons la suite pianistica che è la prima traccia del disco rivisitata, se all’inizio si parlava di demoni e oscurità (Black and Demons) adesso si parla di affrontarne di nuovi (Facing New Demons). Pertanto è stato deciso di mantenere un filo conduttore tra i due brani  che nonostante siano lo stesso paiono completamente diversi.

    • A quando la seconda parte del concept???

    Siamo già all’opera, è 3 anni che lavoriamo dietro le quinte al sequel  del debut. Quindi credo che arriverà a fine 2016 se tutto va bene oppure verso metà 2017… Chissà.. Spero il primo possibile! Si tratterà ad ogni modo di un album in linea col debut ma molto più maturo e con molti più arrangiamenti orchestrali anche visto che ora siamo in 5 e abbiamo un membro dedicato alle orchestrazioni e alle tastiere. Stay tuned![/wpex]

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Attualmente la band sta valutando proposte discografiche per la stampa e distribuzione del concept album e ha completato la line up con Fulvio Manganini (ex- Derdian, bass) e Jacopo Casadio (ex – Harmony of Dissonance, drums) coi quali sta componendo il successore di “De Diebus Fastis Nefastis Infaustis”.

E’ tutto. Ci salutiamo con la poc’anzi citata “Grave of Ice”, sesta traccia di questo primo album De Diebus Fastis Nefastis Infaustis,

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article by Mr. Sandman

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