“DEL NOSTRO ABBRACCIO OSTINATO IN QUESTA CREPA IN FONDO AL MARE”
è il nuovo disco di ZiDima. Uscirà il 10 ottobre in vinile,
cd e digitale grazie al contributo di 8 etichette
sparse su tutto il territorio nazionale:
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“DEL NOSTRO ABBRACCIO OSTINATO IN QUESTA CREPA IN FONDO AL MARE”
INTERVISTA A TRE QUARTI DI ZIDIMA (Manuel essendo collaboratore di Allternative ha preferito non rispondere per non cadere nel più classico dei conflitti d’interesse… Si è quindi limitato a porre le domande di Claudio agli altri zidimi, a registrare le loro risposte e a trascrivere l’intervista)
Partiamo subito in scioltezza.
Se ti dico lunedì, martedì e mercoledì?
Cosimo (basso e cori): “Ti dico merda! Merda perchè sono i 3 giorni della settimana in cui cerco di sopravvivere a tutti i vari hangover e impegni che la vita mi sottopone. La citazione presente nella tua domanda è tratta da “Chiara”, che è una canzone fortemente liberatoria, che mi tocca particolarmente perché rappresenta questa volontà disperata di sciogliersi, di liberarsi dai vincoli della settimana, e non solo”
18 anni di ZiDima. Il vostro percorso ha avuto un’evoluzione stilistico/musicale che tra accenni di psichedelia e rock alternativo indipendente vi porta oggi a radicarvi saldamente nell’ambito del post-rock / post-hardcore italiano. Cosa invece non è cambiato in tutti questi anni?
Roby (chitarrista e fondatore della banda)
“Direi il chitarrista” (ride). “Sicuramente non è cambiata la voglia di fare musica, di farla insieme, di creare qualcosa che abbia comunque un’idea di nuovo, pur rimanendo in un filone tradizionale che tu definisci “post-rock” e va bene. Però in qualche modo cerchiamo sempre di rigenerarci e di dare qualcosa che sia per noi fortemente rappresentativo, per noi e per rispetto nei confronti di chi continua a seguirci”.
Un album robusto dove spiccano “Vale”, “Anna K.” ed “Emme”.
Queste tre tracce in comune hanno cori e voci più urlate del solito, quasi “screamo”. Vi siete allenati parecchio / usate tecniche particolari per mantenere uno status così alto nel cantato?
Cosimo: “No, non è che ci siamo proprio allenati.
Queste voci sono il frutto naturale di domeniche mattine passate in sala prove, in cui bisognava buttare fuori tutti i mostri delle varie bevute e le tensioni della settimana. C’è anche da dire che già nei concerti io istintivamente accompagnavo Manuel alla voce facendo i cori/contro cori/urla ecc. per potenziare l’aspetto emotivo dei vari pezzi. Volevamo un disco che rispecchiasse il più possibile il nostro impatto dal vivo, quindi questa volta abbiamo registrato anche tutte le seconde voci. (ed è opinione condivisa nella banda che questo sia uno dei tratti distintivi dell’album. Le voci “screamo” portano infatti le canzoni verso uno scenario più punk-hardcore, un territorio che è stato fortemente battuto da ZiDima negli anni scorsi con numerosi concerti in centri sociali e spazi occupati)
“Scegli me… scegli ancora me!”
Mi ha preso questa frase, suona quasi come una supplica o un monito…
Franq (batterista e fonico)
“Per me è soprattutto un invito, rivolto proprio verso se stessi. Un invito a darsi fiducia, allo scegliersi ogni giorno, a crederci ancora, ad andare avanti. Poi non so cosa volesse intendere esattamente Manuel e come verrà percepita o interpretata questa frase. Credo che ognuno abbia una propria sensibilità, e la interpreterà seguendo il proprio vissuto”
Come è nata l’idea del video di “Vale”?
Cosimo: “L’idea nasce dal fatto che all’interno del Foa Boccaccio,
centro sociale di Monza che frequentiamo da quasi 10 anni in cui abbiamo allestito anche la nostra sala prove, ci sono dei ragazzi che realizzano video a livello professionale che si sono detti subito interessati a partecipare all’ideazione di un videoclip per ZiDima. Abbiamo coinvolto anche dei performer e dei giocolieri che sono nostri amici e che avevano già partecipato a “Brucia”, il festival del fuoco che si era svolto a inizio anno sempre qui in Boccaccio. Il tema di questa canzone (e di tutto il disco) è un pò quello dell’ostinazione, del cercare di andare avanti nonostante tutto e nonostante tutti. Confrontarsi con loro è stato quindi immediato e naturale”.
Franq: “Io lo vedo anche come un omaggio ai combattenti
citati nel testo, che sono poi quelli che animano questi spazi, il Boccaccio come altri. Nel video è chiara questa partecipazione forte e sincera che noi da tanti anni percepiamo e che ci piaceva in qualche modo ricambiare e celebrare“
“Nessun inchino finale”: è un inno al non arrendersi mai anche di fronte all’inevitabile?
Roby: “Certo. Bisogna sempre lottare per difendere le proprie idee,
qualsiasi sia la situazione e il contesto. É quello che fanno le persone quotidianamente ed è quello che cerchiamo di fare anche noi con la nostra musica”
La mia preferita è “Zita”. Un brano diviso a metà: nella parte iniziale ricorda il vostro passato con pezzi come “Come farvi lentamente a pezzi” e “Chérie”, nella seconda esplode grazie all’empatia tra basso e batteria, con un incedere quasi tribale che affascina e ci accompagna fino alla sua conclusione
Franq: “Sì anche a me piace molto.
A livello di struttura è uno dei brani un po’ più articolati, in cui si percorre una direzione particolare prima di arrivare a quella scarica di adrenalina e a quei momenti di ardore che sono una costante del nostro modo di suonare insieme. E sì, credo sia un brano molto rappresentativo per quanto riguarda le parti ritmiche percussive e serrate”.
Roby: “La sezione ritmica in prima piano è caratteristica
di questo pezzo e non solo. D’altra parte noi siamo un power trio più una voce, anzi più un poeta (e qui Manuel imbarazzato gli ha chiesto: “Questo lo dici solo perché nel disco c’è una canzone che porta il tuo nome, vero?”) Quasi tutti i pezzi hanno questo mix tra grande potenza ritmica, melodia/armonia e un testo che racconta tante cose”
Voglio provocarvi: “Per quanto ancora suoneremo la stessa canzone?” è una domanda che dovremo farci per altri 5 anni in attesa del prossimo album?
Roby: “Questa è una bella domanda.
Escludendo ep, singoli e compilation, i nostri dischi sono usciti a distanza di almeno 5 anni l’uno dall’altro (“Cobardes” nel 2009, “Buona sopravvivenza” nel 2015, “Del nostro abbraccio ostinato…” nel 2020). In effetti è un periodo piuttosto lungo, che però tutto sommato ci ha permesso di andare avanti per così tanto tempo senza subire alcuna pressione (e non sono tante le band nate alle fine degli Anni 90 che suonano ancora oggi). In ogni caso piuttosto che forzare i tempi cercando di seguire la moda del momento, abbiamo sempre scelto di rifarci vivi solo quando avevamo l’urgenza di dire qualcosa che per noi fosse davvero importante.
Grazie ZiDima, non vediamo l’ora di ritrovarci sotto e sopra i palchi come facevamo fino a questo maledetto 2020
Grazie a te Claudio! Noi come tutti abbiamo una voglia matta di riprendere con i concerti, quindi siamo pronti ad adattarci anche a situazioni in cui dovremo stare davanti a un pubblico seduto o distanziato, sanificato, mascherato ecc ecc. Intanto segnaliamo le due date previste per ottobre: venerdì 9 ovviamente al Foa Boccaccio di Monza per la presentazione live del nuovo disco, e sabato 31 a Saronno in una serata organizzata dai ragazzi del Telos.
"Del nostro abbraccio ostinato in questa crepa in fondo al mare"
ZiDima
[October 10th 2020]
Genre:
noise rock, post hardcore
Base:
Milano, Italy
Registrato al Trai Studio di Inzago (Mi) da Fabio Intraina
Editing e mix: Francesco Borrelli e Fabio Intraina
Mastering: Maurizio Giannotti
Illustrazioni di Antonio Foglia
Grafica: Manuel Cristiano Rastaldi
Hanno partecipato:
Alessandro Andriolo [‘Selva]: cori in “Chiara”
Raffaele Terlizzi: violino in “Chiara”
Emidio Bernardone: tromba in “Roby”
*Parte del testo di “Anna K.” è di Giulio Bursi, tratto da “Così che non potranno più prenderci” [The Death Of Anna Karina, 2011]
ZiDima 2020:
Roberto Magnaghi: chitarre
Manuel Cristiano Rastaldi: voce e parole
Cosimo Porcino: basso, cori
Francesco Borrelli: batteria, synth
Stampato in formato:
– vinile [LP 12″ | 100 copie in colore rosso e 200 copie in colore nero]
– cd [100 copie]
… “Vale”
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