Fusage
release
“Cerberus”
out on September 8th 2021
Denso, inquietante e necessario. “Cerberus”, Il nuovo brano che promuove l’album “Outburst Desert” del quartetto Fusage non risparmia riff e strati di chitarre distorte in una crociata contro il fascismo in crescita negli ultimi anni, soprattutto in Brasile. La musica è un messaggio chiaro e diretto al peggior sovrano che il paese abbia mai eletto.
Scritto a metà del 2018, il testo sembra aver previsto la carneficina promossa dal presidente, allora candidato. È un grido di indignazione e di lutto, una denuncia in un momento in cui non abbiamo più il diritto di tacere. Non prendere posizione significa essere d’accordo con il genocidio in corso.
Con la partecipazione di João Lemos (@molhonegro) sia nelle voci laceranti che chiedono la fine del governo, sia nella chitarra che dà il tono al discorso, il brano prende un nome dalla mitologia greca, Cerberus è il cane di
inferno che custodiva le porte degli inferi. Nel ritornello, un pugno in faccia profetizza la caduta del “mito” seguendo le strofe che risuonano come un esercito di cittadini pronti a rovesciare il marcio impianto installato.
Per i fan di Fusage di accordature basse, riff e ritmi spezzati, Cerberus sarà sicuramente un piatto. L’influenza stoner che ha portato la band a formarsi prevale su tutto il sound. L’ambiente creato dalla metà alla fine della traccia esprime l’assurdità, il caos e il disordine promossi dai partiti negazionisti e di estrema destra che hanno agito impunemente. Cerberus è lo sfogo più oscuro e intenso prodotto in questi anni di malgoverno, un’affermazione che è impossibile accettare un secondo in più di questo crimine contro l’umanità, di questa tragedia annunciata tanto tempo fa.
Formati nel 2016, con un album pubblicato l’anno successivo, tournée in gran parte del sud/sudest, uno spettacolo registrato dal vivo allo studio Showlivre e un singolo pubblicato nel 2019, i Fusage sono attualmente in procinto di pubblicare il loro secondo album Outburst Desert, prodotto da Rodrigo Sanches e registrato al Rootsans Studio (San Paolo/SP). Rodrigo, che ha lavorato con nomi come Miranda, Cansei de Ser Sexy, Céu, Tom Zé, Nação Zumbi, Franz Ferdinand e Iggy Pop, è un forte alleato in questa nuova fase della sua carriera.
L’intero disco inizia e finisce in uno stato d’animo rinnovato. In una sorta di diaspora sonora, la band si sintonizza con la straordinaria esperienza e inventiva di Rodrigo Sanches, che porta principalmente nuove forme di libertà creativa e invita i musicisti a raggiungere il livello successivo. Dalla cucina dove il messaggio è più chiaro, conciso e oggettivo, passando per gli strati congruenti di riff e timbri intonati da Jean Cedemachi (l’ultimo arrivato) all’approccio estetico delle voci che cantano in coro testi di posizionamento politico e di interrogatorio del esistenza umana (con la partecipazione di João Lemos – Molho Negro). Il peso rimane, ma è maturato. Nuovi orizzonti si sono aperti per l’ideazione di questo lavoro e, brano dopo brano, resta aperta l’affermazione più ambiziosa del quartetto; che c’è un deserto immenso con nuove forme, consistenze e sapori da vivere.
Con la partecipazione di João Lemos (@molhonegro) sia nelle voci laceranti che chiedono la fine del governo, sia nella chitarra che dà il tono al discorso, il brano prende un nome dalla mitologia greca, Cerberus è il cane di
inferno che custodiva le porte degli inferi. Nel ritornello, un pugno in faccia profetizza la caduta del “mito” seguendo le strofe che risuonano come un esercito di cittadini pronti a rovesciare il marcio impianto installato.
Per i fan di Fusage di accordature basse, riff e ritmi spezzati, Cerberus sarà sicuramente un piatto. L’influenza stoner che ha portato la band a formarsi prevale su tutto il sound. L’ambiente creato dalla metà alla fine della traccia esprime l’assurdità, il caos e il disordine promossi dai partiti negazionisti e di estrema destra che hanno agito impunemente. Cerberus è lo sfogo più oscuro e intenso prodotto in questi anni di malgoverno, un’affermazione che è impossibile accettare un secondo in più di questo crimine contro l’umanità, di questa tragedia annunciata tanto tempo fa.
Formati nel 2016, con un album pubblicato l’anno successivo, tournée in gran parte del sud/sudest, uno spettacolo registrato dal vivo allo studio Showlivre e un singolo pubblicato nel 2019, i Fusage sono attualmente in procinto di pubblicare il loro secondo album Outburst Desert, prodotto da Rodrigo Sanches e registrato al Rootsans Studio (San Paolo/SP). Rodrigo, che ha lavorato con nomi come Miranda, Cansei de Ser Sexy, Céu, Tom Zé, Nação Zumbi, Franz Ferdinand e Iggy Pop, è un forte alleato in questa nuova fase della sua carriera.
L’intero disco inizia e finisce in uno stato d’animo rinnovato. In una sorta di diaspora sonora, la band si sintonizza con la straordinaria esperienza e inventiva di Rodrigo Sanches, che porta principalmente nuove forme di libertà creativa e invita i musicisti a raggiungere il livello successivo. Dalla cucina dove il messaggio è più chiaro, conciso e oggettivo, passando per gli strati congruenti di riff e timbri intonati da Jean Cedemachi (l’ultimo arrivato) all’approccio estetico delle voci che cantano in coro testi di posizionamento politico e di interrogatorio del esistenza umana (con la partecipazione di João Lemos – Molho Negro). Il peso rimane, ma è maturato. Nuovi orizzonti si sono aperti per l’ideazione di questo lavoro e, brano dopo brano, resta aperta l’affermazione più ambiziosa del quartetto; che c’è un deserto immenso con nuove forme, consistenze e sapori da vivere.
“Cerberus”
Fusage
[September 8, 2021]
Genre:
rock, alternative
Base: Brazil
Label / Booking / Press:
Collapse Agency
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